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“La cosa più profonda dell'uomo è l'epidermide”. (Oscar Wilde)

Ai nati sotto il segno dello spazzolino da denti, gli astri non promettono niente di buono. La Luna in transito dalle parti dell'orbita di Marte vi porterà male, una sfiga pazzesca, segno inequivocabile di scoglionamento, grande scassacazzi quel pianeta lì. E allora, cari amici dall'ascendente facile, non lasciatevi smarmellare le palle dalle bizzarrie degli astri, e lasciatevi piuttosto consigliare dai grandi autori del '900. La vostra giornata ne avrà sicuro giovamento.

Prendete la massima di oggi, per esempio. “La cosa più profonda dell'uomo è l'epidermide”. E che vuol dire? Almeno due cose.

 

La prima è che non c'è mai profondità autentica nei pensieri umani. Tendiamo tutti a galleggiare con la morale in superficie. Non aspettatevi grandi verità dal prossimo. Mai. Se domani sputeranno una sentenza, non curatevene. Non sono loro (il papa, il capoufficio, la suocera...) i depositari della verità assoluta, hanno solo opinioni. Magari sono molto convinti di sé, magari proclamano comandamenti come Mosé sul Sinai, ma restano opinioni. Avranno sempre e solo la stessa dignità delle vostre opinioni. Perciò, non dategli necessariamente retta. Non più di quanto non vogliate darne a voi stessi, alla vostra capacità di leggere e di giudicare le cose del mondo. Ormai siete in questa vita da alcuni decenni, no? Avrete pur imparato qualcosa! Pensateci.

 

La seconda è che l'epidermide, la superficialità, la prima impressione delle cose, potrebbe non essere così banale, ma anzi essere cosa profonda, profondissima, la più profonda dell'uomo. Quella prima sensazione delle cose, delle persone, delle azioni, sì insomma la percezione istintiva, quella fatta senza analisi, quella non mediata dalla ragione (ma poi ragione di che?), in una parola la vostra epidermide, le vostre sensazioni "a pelle", potrebbero essere la cosa più profonda che avete per valutare la realtà. Quantomeno quella prima sensazione fareste bene a prenderla in considerazione.

Meditate.

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Alberto Rossi

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