vendimi l' aria
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Un giorno al villaggio si presentò un insolito individuo, vestito in maniera straniera, che veniva da un altro pianeta, sembra da oriente.
Passava di casa in casa, di capanna in capanna, e diceva ad ogni uomo del villaggio:
- Vendimi la tua aria !
L'aria?
Noi ci guardammo tutti sbigottiti: come si poteva pensare di “comprare” l'aria?
L'aria è di tutti, è qui, è lì, tutti la respirano, uomini ed animali...
Sembrava a tutti un'idea balorda, cose di un altro pianeta.
Ma lo straniero insisteva, insisteva: "vendimi l'aria". E dava due sacchi di riso per l'aria di ognuno.
Così cominciammo a vendergli l'aria, perché due sacchi di riso, eh, facevano comodo a tutti. E poi che cosa ci si perdeva a vendere ciò che comunque non era di nessuno?
Insomma, fosse stato per noi gli avremmo venduto anche le stelle ed il vento ed i fiumi.
Occhio di Lince provò a vendergli la notte, ma lo straniero dava i due sacchi di riso solo per l'aria, ed ebbe anche lui i suoi bravi due sacchi di riso e non un chicco di più.
Solo il vecchio Alce Silenzioso non volle vendergli l'aria, ma lui stava sempre da solo, due miglia oltre il villaggio.
Poi un giorno lo straniero convocò il consiglio degli anziani e disse:
- A tutti voi ho comprato l'aria, e tutti voi avete ricevuto due sacchi di riso: dunque l'aria sopra questo villaggio è mia.
Gli anziani convennero che il sacrificio di tutti quei sacchi valeva bene il "possesso" dell'aria.
Poi lo straniero continuò:
- Ora andatevene via di qui, perché non voglio che respiriate la mia aria, andate a respirare l'aria di qualcun altro.
Gli anziani si guardarono sorpresi, ma dovettero ammettere che quello che chiedeva era giusto, e che se l'aria era sua non dovevamo respirarla. Ma, se non la potevamo respirare, dovevamo andare via tutti da lì e trasferire il villaggio.
Allora gli anziani gli dissero:
- Quello che chiedi è giusto, perché tutti noi abbiamo preso riso in cambio di aria. Ma ti preghiamo, adesso rivendici l'aria che troppo facilmente ti abbiamo venduto, perché non si debba trasferire il villaggio: ti daremo per questo lo stesso riso che abbiamo preso da te ed in più altri 100 sacchi.
Lo straniero però disse che voleva tenersi l'aria. Tuttavia avrebbe permesso a ciascuno di respirarne quanto bastava per sé in cambio di una sola ciotola di riso a settimana.
Gli anziani giudicarono equa la proposta dello straniero, e da quel giorno ogni uomo del villaggio portava una ciotola di riso allo straniero per ogni componente della sua famiglia, ogni settimana.
Nel giro di un anno lo straniero ricevette più riso di quello che aveva dato a noi, e l'aria restava sua.
Ed ogni settimana gli dovevamo portare altro riso, e presto il riso cominciò a scarseggiare anche per noi.
Lo straniero invece, padrone dell'aria, senza fare niente accumulava grandi quantità di quel riso che noi, con sudore, strappavamo alla terra.
Un giorno Occhio di Lince smise di portare la sua ciotola di riso.
Lo straniero andò su tutte le furie e convocò il consiglio degli anziani.
- Anche lui-diceva- respira la mia aria e quindi mi deve il riso.
-No - rispose Occhio di Lince - io non respiro più la tua aria: ho parlato con Alce Silenzioso, che ha detto che posso respirare della sua. Tu, è vero, hai la grande parte dell'aria di questo villaggio, ma una parte dell'aria è sempre di Alce Silenzioso. Puoi tu misurare quanta aria sia tua e quanta invece sua? E dunque come puoi dire che è della tua quella che respiro? Io non ti darò più ciotole di riso.
Il consiglio degli anziani trovò giuste le ragioni di Occhio di Lince, e lo dispensarono dall'obbligo di portare il riso allo straniero.
Il giorno dopo tutti corsero da Alce Silenzioso, che a tutti prestò la sua aria. Lo straniero era furente!
Il giorno ancora dopo Alce Silenzioso fu trovato morto nella sua capanna.
Tutti pensarono che era stato lo straniero, ma nessuno lo aveva visto, e non lo poterono incriminare.
Lo straniero però convocò il consiglio, e disse:
- Ora che Alce Silenzioso non è più di questa terra (gli dei lo accolgano), egli non ha più parte di aria in questo villaggio, e perciò tutta l'aria adesso mi appartiene. Ed io non voglio che respiriate più la mia aria a meno che ognuno di voi non mi porti tre, dico tre ciotole di riso a settimana. Così ho stabilito che sia della mia aria.
Il giorno dopo trovarono morto lo straniero.
Tutti pensarono che era stato Occhio di Lince, ma nessuno lo aveva visto, e non lo poterono incriminare.
Ma la morte dello straniero fu la nostra condanna.
Non so come gli amici dello straniero seppero della sua scomparsa, ma vennero a migliaia muovendo guerra contro il villaggio, per vendicarlo. I loro guerrieri erano forti, le loro armi terribili, di un altro pianeta, e molti dei nostri vennero uccisi, ed il villaggio fu esiliato. E partimmo per luoghi lontani ed ostili, oltre i confini che gli stranieri ci imposero. Più di tre anni di cammino impiegammo per giungervi, e là il villaggio fu ricostruito.
Dopo tre anni che il villaggio si era trasferito, un giorno si presentò un insolito individuo, vestito in maniera straniera, che veniva da un altro pianeta, sembra da occidente.
Passava di casa in casa, di capanna in capanna, e diceva ad ogni uomo del villaggio:
- Vendimi la tua terra!
La terra?
Noi ci guardammo tutti sbigottiti: come si poteva pensare di "comprare" la terra! La terra è di tutti, è qui, è ovunque intorno a noi, e tutti ci camminano sopra, uomini ed animali, e tutti ne mangiano i frutti.
Sembrava a tutti un'idea balorda, cose di un altro pianeta.
Ma lo straniero insisteva, insisteva...
